Agrigento | Talloncini per i parcheggi «clonati», nei guai anche un funzionario pubblico

Truffa ai danni del Comune e dello Stato sui

4 parcheggi pubblici della Valle dei Templi

Truccando le carte contabili una cooperativa concessionaria avrebbe
incassato cifre da capogiro: il danno per l'Ente Parco Valle Templi è
stato quantificato in 200mila euro, mentre l'Erario ne ha persi 500mila

Un'auto della Guardia di finanza
Un'auto della Guardia di finanza

AGRIGENTO | Parcheggi a pagamento davanti ai templi dorici, che fruttano danari alla ditta concessionaria e non al Comune legittimo proprietario. La Valle dei Templi, patrimonio dell'Unesco, si sa, è visitata ogni anno da milioni di persone. E ogni anno frutta al Comune di Agrigento ingenti guadagni, per mantenere così vivo un patrimonio storico, artistico e architettonico di interesse mondiale. Ma come in tutti i Comuni italiani non è lo stesso Ente ad occuparsi della gestione dei siti e delle aree, e nella maggior parte dei casi si deve ricorrere a ditte esterne che diventano concessionarie per l’offerta di servizi. Così è successo che una ditta, una cooperativa, composta da diversi soci, la Lagana A.r.l.,  abbia avuto in concessione la gestione di quattro parcheggi, i quali fruttavano molto denaro, un vero e proprio business.
I quattro parcheggi, però, sono finiti sotto la lente della magistratura, la quale con l’ausilio della Guardia di finanza, sta portando avanti un’indagine al fine di capire come mai gli introidi dei parcheggi avevano fruttato di più alla cooperativa e meno all’ente appaltatore.

«SOUTH PARK» | Così è stata definita l’operazione condotta dalle fiamme gialle, proprio come la serie televisiva satirica statunitense a cartoni animati. Ma andiamo con ordine. L’indagine è partita da una serie di controlli delle carte e dei documenti custoditi, tanto della cooperativa concessionaria quanto dell’ente concessionante, secondo cui erano evidenti incongruenze relative a quanto doveva prendere il Comune di Agrigento dall’aver dato in appalto la gestione dei parcheggi. I finanzieri hanno acquisito documenti presso l’«Ente Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi», presso il Comune di Agrigento e hanno eseguito perquisizioni nei confronti dei soci della cooperativa Lagana A.r.l., per verificare la compatibilità delle percentuali dovute. Per contratto il 38 per cento dell’introito derivante dalla vendita dei biglietti per il parcheggio spettava all’Ente Parco Archeologico, che l’avrebbe dovuto riscuotere assieme a un canone fisso annuo di 10 mila euro. Il Comune di Agrigento, a sua volta, avrebbe dovuto percepire la metà degli introiti guadagnati dai privati.

Templio dorico del periodo Ellenico
Templio dorico del periodo Ellenico

«PARK CARDS» CLONATE | Il modus operandi si è rivelato agli occhi dei finanzieri non come mero errore contabile, ma come evidente volontà di sollevare i ricavi da parte della ditta appaltatrice, che aveva «clonato» le cosiddette «Park-Cards» distribuite come tagliando attestante di ricevuta del pagamento utilizzando codici identici, che invece sarebbero dovuti risultare univoci. In pratica sarebbero stati realizzati più talloncini con lo stesso numero di matricola: per esempio, uno, uno, due, due, tre, tre, ecc. A fine anno, poi, nella rendicontazione ufficiale sarebbero state scritte cifre forfettarie, scrivendo che nel mese di giugno 2011 nei quattro parcheggi avrebbero sostato 300 autobus paganti (trecento esatti, neppure uno in più o in meno), mentre nei mesi di luglio, agosto, settembre e ottobre 2011 neanche uno. Il tutto all’oscuro dei turisti, i quali pagavano il posteggio ricevendo una ricevuta in tutta buona fede.

UN SISTEMA PER 300 MILA EURO | Da una prima ricostruzione pare che per la gestione dei quattro parcheggi i privati avessero incassato attorno ai 300mila euro annui. Ma nelle scritture contabili del 2011 ne sono state registrate solo 80mila. Il danno subito dai due enti pubblici, l’Ente Parco e il Comune, è stato quantificato in 200 mila euro per il triennio 2010/2012. Mentre per lo Stato il danno erariale è stato quantificato in oltre 500 mila euro. Il fascicolo che porta la firma del sostituto procurature Salvatore Vella, che ha lavorato sotto le direttive del procuratore capo Renato Di Natale, ha portato alla denuncia di tre persone, uno dei quali funzionario pubblico del Parco Archeologico. Il prosieguo dell’indagine tenterà di ricostruire l’eventuale responsabilità di altre persone, siano essi privati o pubblici.

Mercoledì 3 ottobre 2012